Gianguido Gilioli

Fotografia

Discordanze

Cupe nebbie si insinuano nei pensieri, chiudo gli occhi e mi sforzo di visualizzare il progetto. “Attinenze” capeggia nella mia mente come un battente che percuote le meningi strepitando. Movimento fragoroso che eclissa ogni idea. Nella penombra irreale e silenziosa della stanza volti estranei su corpi inerti, sguardi lontani e ogni tanto fredde risate. Vorrei uscire, vorrei alzarmi e lentamente scivolare, come ombra, fuori dalla finestra nel cielo plumbeo d’autunno. Al di là della parete forse troverei le risposte? Accorcerei la distanza tra ragione e fantasia? Sprofondo! La seggiola, il pavimento, le sordide fondamenta, giù sino al fango che sostiene il mio mondo. Perché sforzarsi di essere quello che non si è? Perché cercare una vicinanza per qualcosa d’irraggiungibile? Sprofondo! Ancora più giù, tra vene che incidono la terra, nel buio della mio stato emotivo. Tic Tac, Tic Tac, Tic Tac… Sono solo, via pareti, via i volti, via le nebbie che mi opprimono. Guardo un piccolo frammento, un’altro e un’altro ancora, sono mondi lontani come lontano e il mio essere. Li raccolgo, li accosto e non ci sono “Attinenze”, provo ancora, li sposto cercando in qualche modo di combinarli. Nulla da fare. Allora decido di porli in una piccola busta color porpora. Sulla quale sorridendo scrivo ” Discordanze”.

 

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Discordanze

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